Bisogno

Si suole distinguere tra bisogni primari (mangiare, bere, dormire, abitare, procreare) e bisogni indotti (la maggioranza). Nel mondo animale i bisogni primari non sono veri e propri ‘bisogni’ giacché vengono soddisfatti dalla normale attività vitale, lo diventano però in condizioni particolari, per esempio di carestia o siccità. I bisogni indotti sono caratteristici della specie umana e di poche altre che con lei convivono. Ma che cosa li induce?

La risposta è semplice: la cultura. Ma perché lo fa?

La domanda equivale a chiedersi perché abbiamo abbandonato lo stato ferino per quello culturale. Molti animali hanno coniugato in due formando società più o meno estese, che forniscono una protezione assai più efficace che non la vita del singolo. Ritroviamo tra essi manifestazioni che possiamo senz’altro definire ‘culturali’, ma l’uomo ha sviluppato questa tendenza oltre ogni limite proprio grazie al meccanismo dei ‘bisogni indotti’. Ogni livello culturale raggiunto genera nuovi bisogni, per soddisfare i quali la cultura (usiamo il termine nella sua accezione più generale) è costretta a costruirsi un livello successivo. Il processo si è svolto per millenni con una velocità –diremmo oggi– ‘ecocompatibile’. Negli ultimi secoli questa è aumentata esponenzialmente fino all’esplosione degli ultimi decenni, quando i ‘bisogni indotti’ non fanno a tempo ad essere soddisfatti che già se ne affacciano di nuovi, sempre più ‘vitali’. È una tipica accelerazione prodotta da feedback positivo, una specie di ‘autoalimentazione’ estremamente pericolosa se non troviamo un modo di arrestarla. Lo troveremo?

 

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