Individuo

La parola e il concetto che vi si collega sono passibili delle più diverse interpretazioni, debitrici di altre parole, altri concetti. E così c'e qui afferma l'unicità dell'individuo, chi la sua origine divina, chi vi vede un prodotto della società o semplicemente il portatore (e trasmettitore) di un patrimonio genetico, chi infine lo considera una molteplicità unificata da un costrutto culturale. Ognuna di queste interpretazioni fa capo a una catena causale che la giustifica. Non è nostra intenzione prendere posizione per l'una o per l'altra, non per lo meno in questa sede. Più potrebbe riguardarci lo studio di che cosa cambia e che cosa si conserva o eventualmente si aggiunge o si perde nella transizione di un modello all'altro. Proponiamo questa indagine al lettore, limitandoci a qualche considerazione come esempio. I modelli tra loro più divaricati sono probabilmente quelli che descrivono l'individuo come un'unità e quelli che lo descrivono come una molteplicità. I primi hanno un fondamento sensoriale nell'appercezione –quella che convinse Cartesio a basare la sua filosofia sul "Cogito ergo sum", i secondi nella pluricellularità dei corpi viventi e nella mutevolezza del pensiero. Che cosa si conserverebbe nel passaggio dell'una classe di modelli all'altra? Probabilmente proprio la facoltà pensante: quella che ci permette di costruire modelli interpretativi sulla base di dati osservativi oppure internamente generati. Questi dati vengono infatti da noi  –dal nostro cervello– messi in reciproca relazione fino a unificarsi in un sistema interpretativo in grado di generare modelli sostitutivi della realtà. E questo processo di unificazione teorica –anche se il suo prodotto è un sistema pluralistico, è ciò che rende possibile la comprensione, la comunicazione e la progettazione.

Ma, dicendo che la 'costante' ravvisabile nei vari modelli non è che la capacità di costruirli si è detto assai poco. La divaricazione uno/molti resta, e per suturarla bisogna ricorrere a uno 'stile' mentale diverso da quello della logica classica (vero/falso). Attenendoci a IMC, sappiamo a priori  che è possibile costruire un UCL che risolve la predetta antinomia, ma vediamo che ci ha già pensato l'evoluzione biologica legando la molteplicità fenomenica all'unicità progettuale del genoma. Il di più che si ottiene nel passaggio dal modello unitario a quello pluralistico e viceversa sta nella 'deideologizzazione' di ambedue e nella conquistata reversibilità della transizione. Di qui in poi il discorso si fa pratico, operativo, con la disattivazione dei meccanismi aggressivi di natura ideologica. Ripetiamo: questo è solo un esempio con implicito invito al lettore a esercitarsi in proprio.

Nessun commento: