Realtà

Realtà. Non c'è ragione di dubitare della realtà. Non certo perché la vediamo o la sentiamo o la viviamo: i sensi, anche l'appercezione o il principio di causa potrebbero ingannarci. Ci vorrebbe un garante esterno, che quindi non sarebbe reale; dovremmo cioè inventarci questo garante, cosa che puntualmente abbiamo fatto innumerevoli volte e nelle più diverse forme (tra l'altro con la scienza).

Siccome però della realtà nostra, del mondo abbiamo bisogno per il tempo della nostra vita è saggia cosa non sprecare questo tempo a disquisire sulla realtà del reale. Consideriamola quindi, neppure come un'ipotesi, secondo che vorrebbe Konrad Lorenz, ma come un dato. Indiscutibile perché non vale la pena di discuterlo.

Nulla ci impedisce di considerare il 'concetto di realtà' un invariante, non per come ci si presenta o per come lo interpretiamo, ma per il fatto che da questo dobbiamo partire per ogni indagine o ricerca su che cosa sia realtà (anche se volessimo ridurla a illusione).

Abbiamo distinto realtà dal suo concetto e potremmo rendere ricorsiva questa distinzione precipitando nell'abisso di UMC. Utilizziamo quindi l'espediente dell'arresto e fermiamoci al 'concetto di realtà', dichiarandolo appunto un invariante mentre la 'realtà' stessa (o, se si preferisce, la sua immagine) è una variabile relativistica dipendente dai modelli interpretativi che ci piace adottare.

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