Tradimento

Hai tradito le nostre aspettative! Ma chi vi ha detto di farvele?
Giuda ha tradito Gesù
Ma se non lo avesse fatto?
L'accordo è stato tradito
Lo dicono tutte due le parti
Ha tradito la patria
Perché non sapeva qual’era
Lei lo ha tradito
Lui si limitava a trascurarla
...
...

È parola possiamo dire unidirezionale. Anche se a usarla sono ambo le parti contendenti: infatti di regola il tradimento si subisce e chi lo compie non lo riconosce come tale, salvo forse Giuda (che peraltro agiva per volontà del Signore).

Il tradimento esige vendetta. La colpa è così grave che per essere compensata ha bisogno di una colpa quasi altrettanto grave. È quel ‘quasi’ che in genere assolve il vendicatore.

Ma perché il tradimento viene considerato una colpa, e per giunta così grave da meritare la vendetta?

Eppure non è che il venir meno a dei patti conclusi tra esseri umani, quindi fallibili. O meglio è un venir meno a una certa interpretazione dei patti, evidentemente non condivisa dall'altra parte. Giustamente la vendetta è stata espunta dai codici come motivazione valida di un delitto. Ma un conto è l'invalidazione razionale, altra cosa l'impulso irrazionale che spesso innerva l’azione ben più che non faccia la razionalità. E il tradimento sollecita proprio la reattività profonda, istintuale della nostra umanità, tant'è che ci piace riscontrarlo anche dove non c'è e prestiamo volentieri attenzione a chi ci vuole convincere della sua presenza. Ne devono aver saputo qualcosa sia Otello che Jago, forse anche Desdemona, ma sicuramente Shakespeare.

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