Apertura-chiusura

“È una persona aperta è disponibile ...”

“È un tipo chiuso è riservato ...”

E già ci facciamo un’idea di chi andremo a incontrare.

I due termini sono oppositivi? Una porta non chiusa a chiave è aperta o chiusa? Una persona normalmente ‘chiusa e riservata’ non potrebbe essere ‘aperta e disponibile’ con un amico? Possiamo anche pensare che non sia lui a essere in un modo o nell’altro ma che siano gli altri a vedercelo. Forse una cosa è l’essere e un’altra l’apparire ...

In generale l’apertura –in senso psicologico– gode maggior favore che non la chiusura. È certo più agevole il rapporto con una persona aperta, ma non di rado sono le persone chiuse che ci riservano le maggiori sorprese. “Non me n’ero mai accorto, ma è un fine conoscitore dell’umanità”.

L’apertura rimanda a uno stile di pensiero divergente, esplorativo, a rischio di superficialità, laddove la chiusura si apparenta piuttosto a un pensiero convergente, esclusivo, a rischio di sterilità.

Fuori dalla psicologia, IMC è un’ipotesi aperta per definizione in quanto disposta ad assumere pro tempore qualsiasi veste culturale. Il suo limite sta nel non poterne assumere nessuna fideisticamente, quando è proprio il ‘ci credo’ a raggiungere le conseguenze ultime di un’ipotesi. Le culture tendono a rinchiudersi in se stesse e a dare il massimo di sé, con tutti i rischi che la vicinanza di altre culture comporta. Nell’attuale fase di transizione dall’età delle culture a quella metaculturale conviene piuttosto alternare momenti esplorativi di apertura e momenti di chiusura e approfondimento.

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