Valutazione

Valutazione = attribuzione di un valore.

'Valutare': un gioiello, un edificio, una situazione, una distanza …
il rendimento di un pozzo petrolifero, di un allievo, di un insegnante …
Come si valuta: a occhio, per esperienza, misurando, statisticamente …

La valutazione è tra le attività più diffuse e praticate tra gli uomini: chi valuta è quasi sempre in una posizione sociale più alta di chi viene valutato o chiede una valutazione, per esempio è un 'esperto'. In molti casi la valutazione, soprattutto se preventiva, è indispensabile per il buon andamento di un'operazione. A seconda dei casi una valutazione è più o meno affidabile, la sua principale caratteristica è comunque un certo margine di incertezza che dovrebbe renderci guardinghi dal darle troppo credito. I percorsi formativi sono generalmente punteggiati da innumerevoli momenti di valutazione che di questa hanno fatto una disciplina a sé, la 'docimologia' con tanto di statuto parascientifico. Dietro tale disciplina non è difficile scorgere un intento semplificatorio; il numero dei soggetti da 'valutare' è a tal punto aumentato che la valutazione personale è diventata troppo dispendiosa e si ricorre alla mecanizzazione (quiz, problemi a soluzione precostituita, calcolo dei punteggi ecc.). A prescindere da fattori psicologici che in molti casi offuscano l'attendibilità di questo tipo di valutazione, ciò che viene valutato è in genere solo l'apprendimento passivo e ben più di rado il pensiero attivo (che può essere contrario a ciò che si è appreso). Un'affidabile valutazione –reciproca– pensiamo nasca dalla consuetudine lavorativa ben più che da occasionali momenti di verifica. Questo pone dei problemi alla valutazione preventiva: in nessun caso pensiamo la meccanizzazione debba avere il sopravvento sulla valutazione personale.

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