Misura

Normalmente la misura trasforma una qualità in quantità.

E lo fa assoggettando la diversità qualitativa al numero, alla matematica.

Gli umani non si accontentano di constatare che una certa cosa è più grande, più pesante, più vecchia di un'altra ma vogliono sapere di quanto e più grande, più pesante, più vecchia e questo 'quanto' deve essere inequivocabilmente espresso da un numero. Siamo abituati a contare tutto e, quando ci mancano le entità individuali da contare (siano esse pomodori, mattoni o persone) ricorriamo all'unità di misura, metro, grammo, secondo ecc. Queste sono delle entità fittizie, ricavate da variabili continue o ritenute tali, come lo spazio e il tempo, per dominarle concettualmente attraverso il numero. Una volta definite in qualche modo (sempre attraverso il numero) queste unità si cristallizzano (reificano) nella nostra mente fino a diventare degli oggetti che per il senso comune hanno la concretezza di un sasso, di un panino. Con questi 'pseudo oggetti' misuriamo quelli ‘reali’ che il mondo ci propone.

Se ora qualcuno ci domandasse quanto è lunga una trave di 3 m, risponderemmo che è lunga 3 m. Sapremo però che cosa stiamo affermando?

  • una proprietà della trave
  • una proprietà che noi proiettiamo sulla trave
  • un rapporto tra la proprietà della trave (la lunghezza) e la proprietà analoga di un 'oggetto' (l'unità di misura) di nostra invenzione
  • l'esistenza di un numero che esprime tale rapporto
  • una nostra conoscenza


"L'uomo è
misura di tutte le cose" ha detto un tale molto tempo fa.
Che avrà voluto dire?


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