Patria

Per un nativo di Busto Arsizio la patria è Busto Arsizio, la Padania, l'Italia, l'Europa, la Terra? E se lui o la sua famiglia sono emigrati da anni in California, è questa la sua patria o gli Stati Uniti?

La parola in questione è fortemente ideologizzata, al punto che per un oggetto così indistinto gli individui hanno dato la vita o l'hanno tolta ad altri individui. Come è potuto accadere e per giunta in modo così sistematico da millenni?

È un concetto derivato dalla ‘territorialità’ di tante specie animali?

È una conseguenza della ‘socialità’ della specie nostra?

È un'ideologia indotta dal ‘potere’ a propria salvaguardia?

È un sentimento ‘innato’?

È un costrutto ‘culturale’?

Le risposte saranno ovviamente diverse a seconda del UCL di riferimento. Molti non saranno neppure d'accordo nel considerare la patria un ‘oggetto indistinto’.
Negli ultimi anni, proprio in concomitanza con l'emergere del concetto di ‘globalità’, la patria, intesa anche come luogo delle ‘radici’ culturali di una comunità, ha riconquistato una centralità che si pensava perduta. Questa duplice, contrastante tendenza, convergente e divergente, ha forse a che fare con il problema che oppone omologazione a diversificazione? L'attuale periodo di transizione verso un nuovo assetto mondiale (o verso l'estinzione) richiede ambedue: l'omologazione per rendere impraticabile la guerra totale, la diversificazione o almeno il mantenimento delle differenze perché biologicamente indispensabili alla http://metaparole.blogspot.com/2008/10/sopravvivenza.html.

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