Ottimismo/Pessimismo

Consideriamo i due termini congiuntamente perché, come spesso accade, il loro significato emerge dalla loro opposizione.

Ottimista è chi, in una situazione di difficoltà, prevede un esito positivo o almeno la possibilità di un tale esito.

Pessimista è chi, anche in una situazione favorevole, prevede un esito negativo o almeno lo ritiene possibile se non addirittura probabile.

Ma che succede se in entrambi i casi l’esito si rivela negativo?

Il pessimista l’aveva messo in conto, non ne è quindi colpito in modo particolare, mentre l’ottimista al danno unisce la delusione e in più l'amarezza nel vedere sconfitto il suo ottimismo. E se l’esito è positivo?

L’ottimista vede confermato ciò che comunque già si aspettava, mentre il pessimista non può che gioire di essere stato smentito dai fatti. Conviene quindi prevedere il peggio, perché in ogni caso l’esito sarà migliore o eguale al previsto. Se invece abbiamo previsto il meglio, l’esito sarà uguale o peggiore delle nostre aspettative. Allora, chi è il vero ottimista e chi il pessimista?

Ma il ragionamento può essere un altro. L’ottimista, che si aspetta sempre il meglio, vive in una condizione permanentemente anche se solo virtualmente– positiva, mentre l’altro, anche se le cose gli vanno bene, vive in una condizione virtualmente negativa.

A conti fatti è meglio essere ottimisti o pessimisti?

Il significato dei due termini emerge con chiarezza dalla loro opposizione? O questa non è così oppositiva come sembra?

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