Fiducia/Diffidenza

“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” recita un noto proverbio. C’è chi si contenta del ‘bene’ e chi aspira al ‘meglio’. Nel nostro caso –o forse anche in generale– “chi si contenta gode” e si fida. Se poi verrà ingannato proprio da colui in cui ha riposto la sua fiducia, subirà certo un duro colpo ma almeno avrà vissuto tranquillo e fiducioso per tutto il tempo che l’altro gli ha concesso. Il diffidente invece vive male anche il tempo che avrebbe potuto vivere bene se avesse avuto fiducia. E, quand’anche finisse per ricredersi, non resta che dolersi di quel tempo vissuto male.

Dunque “fidarsi è bene” punto e basta. E andare incontro ad amare delusioni, che al diffidente sono risparmiate per il semplice fatto di non essersi fidato ...

Quindi “non fidarsi meglio”. E siamo al punto di partenza. Dovremmo forse abituarci al fatto che la partenza non garantisce l'arrivo. C’è di mezzo il viaggio e questo potrebbe portare a una meta diversa da quella preventivata. Un imprevedibile guasto al motore ... ed eccoci fermi a metà strada. Ma il posto ci piace e ci restiamo anche dopo che il motore è stato riparato. Tra la fiducia e la diffidenza c'è posto per una fiducia non di comodo né ideologizzata, ovvero per una diffidenza non preconcetta né giudicante. Chi concede la sua fiducia o la nega non vede l’altro, ma solo sé stesso. Fiducia e diffidenza sono interne a lui e solo da lui dipendono. Forse una maggiore attenzione a fatto che anche l’altro può avere un suo progetto e che conviene cercar di comprenderlo prima di rivestirlo di fiducia o diffidenza eviterà ad ambedue fraintendimenti e delusioni.

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